Intesa Sanpaolo e Confindustria, 6 mld per le imprese siciliane tra innovazione e Transizione 5.0
News - 07/05/2025
di Redazione
Si è svolto a Palermo, presso la sede di Sicindustria, il terzo incontro dedicato al nuovo Accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, firmato a gennaio 2025 da Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, e da Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo.
L’intesa prevede la disponibilità di 200 miliardi di euro fino al 2028, di cui 6 miliardi destinati alle imprese siciliane, con l’obiettivo di stimolare la crescita produttiva, promuovere innovazione tecnologica e sostenere il credito alle aziende.
Transizione 5.0 e nuove opportunità
Il piano congiunto si propone di integrare i fondi del PNRR con nuovi strumenti di finanziamento e supporto operativo, puntando su Transizione 5.0, intelligenza artificiale, scienze della vita e abitare sostenibile. Particolare enfasi è stata data alla Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno, considerata un volano per la crescita economica della Sicilia, grazie a incentivi e semplificazioni amministrative.
Intesa Sanpaolo e Sicindustria
Durante l’incontro, Luigi Rizzolo, Presidente di Sicindustria, ed Eugenio Mastria, Direttore Commerciale Imprese Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, hanno illustrato nel dettaglio le nuove misure e discusso con gli imprenditori le strategie di sviluppo più efficaci.
Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato:
“Il rinnovato accordo con Confindustria, che mette a disposizione delle imprese siciliane 6 miliardi di euro sui 40 complessivi del plafond relativo al Sud Italia, ci permette di rafforzare il sostegno al tessuto produttivo dell’isola. Il sistema economico regionale è caratterizzato dalla presenza di Pmi molto dinamiche che rappresentano una componente essenziale delle filiere industriali dell’intero Mezzogiorno. Intesa Sanpaolo si rivolge a queste aziende per aumentarne la competitività, sfruttando la leva strategica della Zona Economica Speciale Unica e offrendo soluzioni di finanziamento dedicate per incentivare nuovi investimenti sostenibili”.
Anche Luigi Rizzolo ha sottolineato l’importanza dell’accordo: “Mettere a disposizione del nostro tessuto produttivo 6 miliardi di euro significa offrire leve reali per investire, innovare e crescere. In questo scenario, Sicindustria è nelle condizioni di accompagnare le imprese non solo nell’accesso al credito, ma anche nell’utilizzo degli strumenti di finanza agevolata e nelle opportunità offerte dalla Zona Economica Speciale Unica, che rappresenta una leva strategica per attrarre investimenti produttivi, grazie alla semplificazione amministrativa e agli incentivi collegati. Sicindustria vuole essere il punto di riferimento per tutte quelle realtà che intendono insediarsi, ampliare o innovare in Sicilia, valorizzando appieno il potenziale offerto dal nuovo scenario economico”.
I pilastri del nuovo protocollo
Le novità principali dell’accordo includono:
- valorizzazione della ZES Unica del Mezzogiorno per rafforzare connettività e competitività;
- supporto a nuovi modelli produttivi ad alto potenziale, con focus su aerospazio, robotica, intelligenza artificiale e scienze della vita;
- spinta alla transizione sostenibile in linea con il Piano Transizione 5.0 e promozione dell’economia circolare;
- sostegno alla ricerca e innovazione attraverso servizi finanziari mirati per startup e Pmi tecnologiche;
- avvio del Piano per l’Abitare Sostenibile per facilitare la mobilità dei talenti verso l’industria italiana.
Focus sul Mezzogiorno
Con un plafond di 40 miliardi di euro riservati al Sud, il ciclo di incontri è partito proprio da questa area per rafforzarne il ruolo strategico nello sviluppo industriale nazionale. L’accordo rappresenta la continuazione di una collaborazione avviata nel 2009 che ha portato, in 15 anni, all’erogazione di 450 miliardi di euro al sistema produttivo italiano, sostenendo in particolare le Pmi, spina dorsale del Made in Italy.
Il Research Department di Intesa Sanpaolo ha evidenziato che nel 2024 le esportazioni della Sicilia sono state pari a circa 13 miliardi di euro, con un calo dell’8,3% rispetto al 2023, peggiore rispetto alla media nazionale (-0,4%). I prodotti petroliferi raffinati, che rappresentano il 60% del totale, sono scesi del 16%. Tuttavia, al netto di questo settore, le esportazioni regionali hanno mostrato un andamento positivo (+3%), trainate da:
- chimica (+160 milioni di euro; +20%),
- agroalimentare (+111 milioni di euro; +7%),
- elettrotecnica ed elettrodomestici (+103 milioni di euro; +18%).
- Le esportazioni verso gli Stati Uniti, pari a 996 milioni di euro (7,5% del totale), sono diminuite del 23,5%, condizionate dal crollo dei prodotti petroliferi raffinati (-50%). In crescita invece:
- elettrotecnica (+25,7%; +68 milioni di euro),
- agroalimentare (+20,8%; +27 milioni di euro).
L’incidenza dell’export siciliano verso gli USA sul valore aggiunto rimane contenuta (1%), inferiore alla media nazionale (3,3%). In foto: da sinistra Luigi Rizzolo (Sicindustria) ed Eugenio Mastria (Intesa Sanpaolo).